Z-cronache

La puntata pacco

Timbro letto per voi

Puntata pacco? Adesso vi spiego… Ultimamente mi sto ammazzando di serie TV. A tempo perso, quando ho un’oretta, mi butto sul letto, infilo le cuffiette e accendo il tablet. Recupero anche due o tre stagioni di una serie in pochi giorni.

Si rischia di fare indigestione, è vero, ma è bello non dover dipendere da orari imposti da altri. Sono grande abbastanza e so quando smettere, o almeno faccio finta di saperlo.

Logo di Fustella Rotante sulla tv

Giustamente vi starete chiedendo il perché di questo preambolo sconclusionato e apparentemente senza senso, semplice: ho notato che ci sono dei parallelismi nelle serie TV, come nella vita, che immancabilmente, in maniera ricorrente, spuntano fuori sempre. Ogni serie TV, prima o poi, ha quella che io chiamo “puntata pacco”, cioè quella puntata in cui la trama viene accantonata un attimo (solitamente a ridosso di una svolta molto importante) portando l’attenzione dello spettatore su altro. Si può essere catapultati nel passato, in un flashback apparentemente inutile, ma da cui magari si capirà il perché di certe scelte, oppure si vedranno le cose da un altro punto di vista. Magari le stesse cose già viste, ma con gli occhi di un coprotagonista o addirittura del cattivo. Magari si scopre che il cattivo poi tanto cattivo non è… Può essere una puntata di Natale, che vai a capire perché, da noi le trasmettevano in TV sempre tutto l’anno, tranne che nel periodo natalizio! Insomma, magari, magari e ancora magari non è solo che una puntata pacco perché sì, ogni tanto ci vuole.

Ormai dovreste averlo capito, anche questa è una “puntata pacco”.

18 gennaio 2020

Sono seduto al tavolo di Gabriele insieme a Denis mentre provo un suo prototipo. Il turno non è lineare, puoi svolgere anche diverse azioni prima di altri, quindi resto concentrato per non perdermi come mio solito. Difficile però, mi trovo a Idea G e ogni volta che alzo lo sguardo vedo persone che conosco o che vorrei conoscere, con tanti bei giochi da provare. Il paese dei balocchi per me. Il gioco che ho davanti è ancora acerbo, eppure questa idea dei ponti tibetani e l’interessante sistema di turnazione mi colpiscono. È poco più di un’idea di gioco ancora da calibrare e qualcosa non è chiaro nemmeno allo stesso Gabriele, ma alla fine della giornata si rivelerà essere tra le cose più interessanti provate.

Adoro questo posto e adoro questo evento, l’anno prima avevo provato giochi che poi erano stati pubblicati e sta cosa mi aveva fatto sentire parte (infinitesimale) di un meccanismo. Se non il posto dove nascono le idee, quello dove prendono una accelerata verso la loro realizzazione. Mi godo tutto questo, ma allo stesso tempo sono distratto perché ho un appuntamento quella sera.

Il mio appuntamento è nella stessa stanza a pochi metri, seduto ad un altro tavolo, intento a provare qualcosa di molto dadoloso. Ho incrociato il suo sguardo e quello del suo amico. Mi hanno sorriso. Non so bene cosa vogliano, al telefono Guido non me ne ha voluto parlare, ma sono preoccupato perché faccio sempre fatica a declinare le offerte con garbo. Mi imbarazzo. Lui e i suoi soci fanno una trasmissione radiofonica sui giochi da tavolo e io di sicuro sono l’ultima persona di cui hanno bisogno. Quando parlo non si capisce nulla, mi mangio le parole. Seriamente, avrei bisogno di un buon logopedista, poi se vado sotto pressione inizio a straparlare e a dire cose senza senso. No davvero, non sono la persona che state cercando. Quando scrivo è più facile, posso rileggere, cancellare e cambiare le parole e il senso di quello che volevo dire.

Sì, ecco farò così, dirò che sono lusingato, ma che non fa per me e poi, proprio ora non posso, ho appena dato una svolta al mio blog…

Guido e Ale al momento del sì

10 gennaio 2020

Sto tornando a casa da lavoro e nel mentre sto riflettendo sui messaggi che ci siamo scambiati la settimana prima. Le ho fatto una proposta così su due piedi senza che lei mi abbia mai visto di persona. Ci conosciamo solo di nome o per aver letto qualche articolo reciprocamente, ma sento che è la persona giusta. Allungo la strada verso casa di mia suocera, così mi fermo a prendere mio figlio Andrea. Un vocale? Odio i vocali! Ok, lo ascolto ed eccomi a parlare per dieci minuti a ruota libera per cercare di convincerla a entrare a fare parte del mio mondo. Non sto chiedendo a Elisa di scrivere per me, le sto chiedendo di scrivere con me.

Il corteggiamento lavorativo su WhatsApp fra Ale e Elisa

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bigo-riquadro

Febbraio 2020

Sto guardando la partita di calcio di mio figlio, o meglio, la stiamo guardando insieme, io a bordo campo, lui seduto in panchina impaziente che arrivi il suo momento di scendere in campo. Nicola mi chiama al telefono, ci eravamo sentiti anche un paio di giorni prima. È da poco entrato in pianta stabile nella redazione del blog, ma non è a conoscenza del passo che stiamo per affrontare. Non è così che avrei voluto gestire la cosa, ma gli avvenimenti per quanto cerchi di controllarli in maniera ponderata, certe volte accadono in un lampo…

Aprile 2018

Sto tornando a casa con il mio amico Matteo da Modena, in macchina abbiamo qualcun’altro, ma non ricordo chi. Parliamo della fiera, del mondo del gioco da tavolo, dei giochi provati. Parlare con lui mi stimola sempre. Lui ha un blog dedicato ai giochi per bambini e famiglie: Educere Ludendo. Lo leggo spesso, ma non assiduamente, non tratta giochi che mi attirano più di tanto, però mi piace informarmi su tutto. Ho sempre amato più leggere che guardare video per quanto riguarda i giochi da tavolo. La strada è lunga, nel mentre parliamo di come ha iniziato e del perché non provi anch’io a scrivere, visto che già lo faccio sui gruppi facebook. Le mie rimostranze oggi mi fanno sorridere:

Non ho abbastanza competenze per scrivere recensioni!

E chi dice che devi scrivere recensioni?

L’esperienza se ti manca non puoi fare altro che creartela, ma ci vuole tempo, costanza e passione. Serve un’idea che ti permetta di scrivere subito senza apparire un perfetto idiota. Non so se ho centrato l’obiettivo, ma devo a lui tanto di quello che sono.

12 Marzo 2020

La call con Gabriele è andata bene, lui è davvero un grande e sapere che è interessato a quello che facciamo mi entusiasma, ma questa cosa del covid mi preoccupa. Forse Modena quest’anno salta…

Alessandro con la maglietta di Fustella Rotante

9 Aprile 2020

Lo Abbiamo fatto, la pagina facebook del blog è stata fusa con quella di Fustella Rotante. Un pezzo che si stacca, sento il peso nel cuore, ma dura poco. Sono felice. Ho fatto una scelta consapevole e sono convinto che sia stata la più giusta.

Gennaio 2021

Abbiamo avuto due settimane difficili, intense, non è mai capitato che ci fosse un tale clima tra noi. Ci sono stati degli errori da parte di tutti, anche mia. La vita in un gruppo è fatta di compromessi, bisogna saper gestire il proprio io e metterlo su un piano diverso, rispetto a quello del gruppo. Mica è facile. Una situazione complicata che si conclude con l’addio di Nicola, Denis e Gabriele.

Tavolata di Fustelle!

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Settembre 2020

Siamo seduti, mangiamo, beviamo e ridiamo tanto di tutto. Sono momenti speciali, alcuni di noi non si erano mai visti prima. Di persona è tutto più facile, non ci siamo abituati. Ci viene voglia di abbracciarci, ma non possiamo, dobbiamo accontentarci di condividere questo momento fra le colline senesi e tenerlo stretto nel nostro cuore. La notte, prima di crollare ognuno nella propria stanza, giochiamo a uno dei tanti giochi portati da Daniele: Soviet Kitchen.

Febbraio 2021

Siamo rimasti in sei, un terzo di noi se n’è andato, ma chi è rimasto è determinato a fare del proprio meglio per non far rimpiangere gli altri. Abbiamo imparato tanto dalle ultime vicissitudini e siamo cresciuti sotto molti aspetti. Forse dovremmo rallentare un attimo, ma noi siamo fatti così, manterremo la stessa intensità e anzi cercheremo di fare ancora di più. Sono orgoglioso dei ragazzi, perché quello che stiamo facendo è qualcosa di davvero grande e ambizioso…

La puntata pacco è quel momento in cui si deve fare una piccola pausa, tirare il fiato, prendersi del tempo e ripartire più forti di prima.

 

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