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Corti&Colti la nuova collana di XV Games

Timbro letto per voi

Oggi vi racconto Corti&Colti: la nuova collana di XV Games in collaborazione con Helios Games.

In principio fu Logorrea, che è una malattia ma anche un gioco di narrazione di cui ci ricordiamo noi e l’autore (Davide “Mihail” Rossi, per la cronaca). Poi venne Polaris, e luce fu. Esiste tutta una scuola di Giochi di Narrazione che rientrano nella categoria del Gioco di Ruolo ma si propongono di usare la retorica come mezzo quasi unico di gioco.

Detta così è una cosa spaventosa: se avete l’ansia da palcoscenico… probabilmente è il modo giusto per farvela passare. Questi giochi sono più simili all’improvvisazione teatrale che al Gioco di Ruolo che fanno vedere i principali media e sono ottimi esercizi in cui la storia, il mondo e i personaggi vivono grazie alle parole e a poco altro. Dovendo essere completamente sincera con voi, devo ammettere che ammiro molto questi giochi… ma da lontano. Infatti mi fanno sentire un babbuino, al tavolo.

La collana Corti&Colti

Oggi vi presento tre piccoli giochi (piccoli solo fisicamente parlando, i manuali sono brevi, chiari e permettono di giocare in pochissimo tempo) che si ispirano alla letteratura. Fanno parte della collana Corti&Colti, della XV Games di Marcello Bertocchi in collaborazione con la Helios Games di Helios Pu, che forse conoscete già (e che mi deve una partita: io non dimentico).

Copertina articolo Corti&Colti

La collana nasce nell’autunno 2020 con Aldilà ed è quindi molto giovane. A oggi è interamente composta di tre titoli: due pubblicati e uno in dirittura d’arrivo. I primi due sono impreziositi dalle illustrazioni di Gustave Doré, nello specifico le tavole della Divina Commedia per Aldilà e di Don Chisciotte per donQuixotesque. Oggi vi racconterò l’intera collana in un solo, comodo articolo.

Aldilà: il Giudizio

Aldilà non è un gioco nuovo: nasce nel 2014 (nella sua prima versione) sulle pagine di Dork Tower, la rivista di John Kovalic dedicata al mondo Nerd. Scritto da James Wallis, Aldilà (in originale Afterlives) è in realtà un meta-Gioco di Ruolo. In che senso? Sto parlando di un gioco-fuori-dal-gioco, ovvero una sorta di mini-gioco che vi farà per una sola sessione uscire dal mondo narrativo in cui state vivendo le vostre avventure per un’occasione molto importante: la morte di un personaggio.

Aldilà: il Giudizio
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Cosa succede quando un personaggio muore? Aldilà propone ai giocatori di mettere in scena il Giudizio dello “Stecchito”. A tutti gli effetti queste quaranta pagine di manuale spiegano come comporre il tribunale per l’anima dello Stecchito. All’insaputa dei giocatori, alla fine della sessione in cui in personaggio è morto, il Master chiama una persona esterna, che parteciperà a questa sessione straordinaria in veste di… chiunque possa essere il Giudice dell’anima del personaggio stecchito (un Dio, un Antenato, un Santo o quello che ha più senso nell’ambientazione).

Durante la sessione successiva i giocatori saranno chiamati a essere la Difesa dello Stecchito, mentre il Master stesso rappresenterà l’Accusa. Tra i Testimoni ci saranno tutti i PNG che lo Stecchito ha maltrattato nella sua vita, e l’intera sessione sarà un susseguirsi di casi (piccoli flashback) che saranno utili a decidere se lo Stecchito andrà nel Paradiso della propria Divinità o patirà un’adeguata punizione. Se volete sorprendere i vostri giocatori con una sessione molto particolare, Aldilà è il meta-gioco che fa per voi!

donQuixotesque: realtà o fantasia?

donQuixotesque, scritto da Cide Hamete Benengeli, è anche lui un gioco di narrazione. Dietro la semplicità di donQuixotesque si nasconde una domanda molto importante per l’essere umano, che ha afflitto i più grandi pensatori della storia: “Me lo sto immaginando io?”. Prendendo spunto dall’opera del Cervantes i giocatori saranno chiamati a vestire i panni di un Cavaliere Errante, del suo Scudiero e delle Comparse che faranno parte della loro storia.

Copertina Don Quixotesque

Il gioco consiste nell’osservare le avventure del Cavaliere Errante da due diversi punti di vista. Il suo è lo sguardo eroico, appannato dall’onore e dai valori ormai morti e sepolti della cavalleria: è uno sguardo che non sa riconoscere la realtà, che vede quello che un cuore orgoglioso vuole vedere e non si rende conto dei propri errori. Lo sguardo dello Scudiero (e delle allibite Comparse) è invece quello rassegnato e più realista del popolo, che spera solo di ricevere un’adeguata ricompensa dopo tutte queste assurdità.

Alternando la narrazione visionaria alla spiegazione dei fatti prenderanno forma delle storie doppie, che avranno due diversi valori e saranno permeate dalla pirandelliana inconoscibilità del reale. Se amate il surreale e nessuno crede mai alle vostre eroiche gesta, questo è decisamente il gioco che fa per voi.

Biblioversum: dentro i libri

Biblioversum è un gioco originale di Marcello Bertocchi, ispirato chiaramente al genere letterario noto come Portal Fantasy.

I giocatori si divideranno i ruoli in Autore e Bibliomanti. L’Autore sarà il custode delle storie e delle scene e metterà un’opposizione sulla strada dei Bibliomanti. Questi ultimi dovranno utilizzare i libri in loro possesso per modellare la realtà, muoversi da un Biblioverso all’altro e sfuggire alle grinfie di diverse fazioni di Bibliotecari.

Biblioversum

Se amate i libri e sapete citare a memoria intere pagine, questo è il libro che fa per voi: oltre a spostarvi tra gli universi narrativi creati dai vostri autori preferiti, potrete infatti usare le frasi del vostro libro preferito per far succedere cose all’interno della storia. Volete essere un grande investigatore? Potete ricorrere alle parole di Sir Arthur Conan Doyle. Volete volare? Perché non scegliere Peter Pan? In questo universo vale la regola: se puoi citarlo, puoi farlo. Ma nella maggior parte dei casi il vostro Bibliomante avrà un solo libro di riferimento, quindi fate la vostra scelta con molta attenzione.

Pur essendo un gioco molto narrativo, Biblioversum ha un regolamento appena più articolato dei due giochi precedenti: ci saranno punti da spendere e prove da superare, che saranno la moneta di scambio per la facoltà di narrare la scena. Avere successo in un’azione vi darà infatti la possibilità di decidere cosa sta succedendo, prendendo su di voi la cosiddetta “autorità narrativa”.

Da brava amante dei libri non vedo l’ora di conoscere la veste grafica definitiva di questo gioco!

In conclusione

Raccontare storie è l’anima del Gioco di Ruolo. Grazie a questi tre giochi di XV Games e Helios Games ne avrete l’opportunità, senza dover leggere un milione e mezzo di pagine di regolamento e lanciare ottocentotrentatré dadi per volta. Di contro, bisogna essere un po’ spigliati con le parole per affrontare questo tipo di gioco. A me, ad esempio, piace riflettere attentamente prima di parlare e di scrivere qualcosa, quindi mi trovo in difficoltà quando devo improvvisare paroloni e scene epiche.

Comunque, visto il mio amore per i libri, questa giovane collana era l’ideale per cominciare la nostra avventura nel mondo del Gioco di Ruolo, ma le cose non saranno sempre così semplici: siete avvisati!

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