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Boardgame Interior Design | Quando un tavolo e una luce non bastano

Ricerca, progetto e comunicazione per lo spazio del gioco nella contemporaneità

Boardgame Interior Design – Ricerca, progetto e comunicazione per lo spazio di gioco nella contemporaneità è il testo che, partendo da abbastanza lontano, vi farà mettere a fuoco tutte le problematiche degli spazi del gioco contemporaneo. Renato Zamporri, Francesco Scullica e Maresa Bertolo ci accompagneranno in una disamina storico-culturale degli spazi del gioco, fino a giungere alle ludoteche attuali e ai più evoluti ludopub.

Gli adulti che giocano, ben lo sappiamo tutti noi, sono spesso visti come bambinoni troppo cresciuti dediti a un passatempo infantile. Tutti noi siamo consci invece che si tratta di un’attività sana, appagante e con molti risvolti sociali positivi. Fuori dai confini nazionali lo hanno capito da tempo (come in Germania e in Francia, senza andare tanto lontano), mentre qui da noi il pregiudizio resta ancora molto radicato.

Proprio questo pregiudizio impedisce a locali pubblici legati al gioco di proliferare, prosperare e progredire tanto quanto fanno o hanno fatto le realtà di altri settori. Questo porta spesso a una scarsa progettualità degli spazi che possa renderli pienamente fruibili, confortevoli e soddisfacenti per gli utenti. Sono queste le premesse di Boardgame Interior Design, nato dalla ricerca effettuata da uno degli autori per il proprio percorso di tesi laurea in Interior Design.

Snakes & Lattes, Tempe AZ
Snakes & Lattes, Tempe AZ

Due parti, un unico spazio

Si fa presto a dire Boardgame Interior Design

Boardgame Interior Design inizia, nella prima parte, dal descrivere il contesto in cui ci muoviamo, cosa sia il gioco da tavolo moderno e cosa voglia dire giocare da tavolo oggi, da adulti. Ma anche del perché ci sia necessità di spazi dedicati al gioco. Se c’è infatti precisa contezza di cosa sia una ludoteca per bambini, non è altrettanto presente nella coscienza comune di cosa sia il corrispettivo per adulti.

Già il fatto che non esista un termine che ne definisca l’essenza è emblematico. Così come non esiste una precisa definizione di quali siano i servizi che gli avventori possano aspettarsi. Oltre a tavoli e sedie per giocare ci sono poi servizi aggiuntivi che possono andare da un servizio bar fino alla vendita di accessori o dei giochi stessi.

Orgoglio e pregiudizio del giocatore da tavolo

Ciò che però è più problematico è che tali spazi, nella loro esistenza ambigua anche da un punto di vista normativo, non si sono evoluti da quello che erano negli anni ’80 e ’90. Il panorama ludico si è decisamente modernizzato, è cresciuta e differenziata l’offerta ed è cresciuta la platea di giocatori di conseguenza. Gli spazi del gioco restano però spesso poco accoglienti, mal gestiti e incentrati sui loro frequentatori abituali. Questo li rende decisamente poco attraenti e accoglienti per chi si sta affacciando all’ambito ludico.

Se è vero che c’è immobilismo per quanto riguarda gli ambienti dedicati al gioco c’è, come ben sappiamo, un’importante crescita del settore, che negli ultimi anni ha registrato corposi incrementi sia economici che di coinvolgimento e riconoscimento sociale. Boardgame Interior Design fa di questo trend una discreta analisi, anche snocciolando numeri, che per quanto siano riferiti al 2016, periodo di pubblicazione del testo, restano nel quadro generale ancora decisamente attuali.

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the Lost Dice, Adelaide
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Parte I – La storia fin qui

La prima parte di Boardgame Interior Design chiude con uno sguardo ai nuovi sviluppi possibili, illustrando le caratteristiche delle boardgame room coreane, divenuti poi i boardgame cafè occidentali, attività a metà strada tra uno spazio dedicato al gioco e un bar/pub. Nei primi anni 2000 il successo in Corea dei giochi da tavolo moderni, unito a un’assenza di pregiudizi circa il gioco adulto, ne hanno consentito la proliferazione e il grande successo, fino a vedere circa 10 anni dopo il modello esportato in Nord America con l’apertura del primo Snakes & Lattes, locale che ha dato il via alla diffusione di questo tipo di attività fuori dall’Asia. Ambienti confortevoli che mettono sullo stesso piano ristorazione e gioco, consentendo anche agli inizialmente non interessati di potersi avvicinare. Locali curati, accoglienti, con un’illuminazione dei tavoli adeguata e una proposta di cibo accattivante ne hanno fatto attività di successo da prendere come modello.

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Alaloum Boardgame Cafè, Athens

Parte II – Il ruolo dell’Interior Design nelle realtà ludiche

Partendo dalle basi gettate nella prima parte di Boardgame Interior Design gli autori si addentrano con la seconda negli aspetti più strettamente legati al design di interni. Le tipologie di spazi, le motivazioni che portano le persone ad andarci e restarci, la socialità, l’accessibilità, la funzionalità, sono solo alcuni degli aspetti che, con attenta analisi, gli autori dipanano prima di giungere agli aspetti pratici di progettazione.

Le esigenze di segnaletica, spazi concepiti per non creare ingorghi, illuminazioni razionali e funzionali al gioco. Nell’affrontare questi temi gli autori sfruttano come gancio i risultati di questionari proposti ai fruitori di spazi ludici, che evidenziano la palese inadeguatezza degli spazi attuali. Sedie traballanti, tavoli poco funzionali e scarsa illuminazione sono solo i più palesi dei problemi tipici di un ambiente di vecchia concezione, per nulla attraente e poco permeabile per chi non sia già del giro. Il tutto condito con schemi illustrativi estremamente funzionali. Qui il testo, entrando nel vivo dell’argomento, dà a mio parere il suo meglio, con tanti spunti veramente interessanti sotto ognuno degli aspetti progettuali.

Snakes & Lattes
Snakes & Lattes
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Ultima Parte – Quella che non t’aspetti

In chiusura sono presentate una serie di schede informative di locali italiani e non, utili a inquadrare la situazione al momento della stesura del testo, una realtà che come ho già detto non è troppo lontana da quella odierna, purtroppo abbastanza povera di offerte di qualità.

In definitiva un testo interessante che, anche se un po’ caotico in alcune parti, mantiene un’utilità indubbia. Se tutti coloro che aprono/gestiscono un boardgame cafè lo avessero avuto tra le mani, avremmo sicuramente nelle nostre città spazi ludici decisamente più accoglienti, che sarebbero un meraviglioso biglietto da visita anche per chi questo hobby, ancora, non lo apprezza.

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Andy

Figlio degli Anni 80, svezzato a pane e cartoni animati giapponesi, in tenera età scopro la passione per i videogiochi, per arrivare poi finalmente a giochi da tavolo e di ruolo.

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