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Il Re è Morto: i Baker fanno di nuovo centro

Il Re è Morto è un Gioco di Ruolo (di narrazione) di Vincent e Meguey Baker localizzato in Italia da Grumpy Bear e arrivato nelle nostre manine durante il Lucca Comics&Games 2022. Se vi mancano le atmosfere di Westeros (o The Crown) e amate alla follia gli intrighi di corte, oggi potete scegliere questo giochino di design raffinatissimo, che vi farà passare una serata all’insegna di balli di corte, battute di caccia e sussurri nell’ombra.

Ne Il Re è Morto sarete chiamati a vestire i nobili panni dell’erede di una delle cinque Nobili Casate di Banteave. Quando Re Evyard III pasa a miglior vita inizia la lotta per la successione al trono. Quasi mai queste questioni vengono risolte con il sangue, anzi. Alleanze, giochi di potere e occasioni mondane conteranno tanto quanto una guerra, nella risoluzione di questa disputa. E alla fine vincerà il trono chi avrà la mano migliore.

Consigliato a chi…

… cerca un sistema semplice per giocare one-shot con le persone più disparate. Che siano amici che non hanno mai giocato o master incalliti, tutti avranno gli strumenti per giocare. Pensateci, a Natale… alla fine, anche vostra madre tifava per Daenerys, giusto?

Il sistema

Il Re è Morto è un gioco ibrido. In un periodo in cui si parla tanto di multimedialità (intesa come pluralità di mezzi), non è nuova la soluzione delle carte da gioco al posto dei dadi (vero, sono più comuni i Tarocchi, invece qui abbiamo delle comuni Carte Francesi). Quello che cambia molto è come le si usa. Infatti in questo gioco le carte non determinano propriamente l’esito delle azioni, ma rappresentano vere e proprie risorse da impiegare nella propria ascesa al trono.

Il Re è Morto: cinque manuali per cinque casate.
I cinque manuali, uno per ogni Casata… e giocatore.

Quando (non SE) acquisterete il gioco vi troverete con una bella scatola che contiene cinque manualetti: il contenuto dei manuali, tranne per illustrazioni e piccoli dettagli, è identico. Vi servirà per intavolare la partita al meglio. Infatti il gioco prevede che ogni giocatore abbia il suo manuale e che possa seguire le istruzioni delle scene direttamente da lì.

Come abbiamo già detto, Il Re è Morto rientra a pieno titolo tra i cosiddetti Giochi di Narrazione: non c’è un Game Master (o Narratore, o comunque vogliate chiamarlo), ma la storia fluisce tra i giocatori, che a turno chiameranno e metteranno in scena uno degli Incontri proposti. L’incontro ha la funzione narrativa di essere d’ispirazione per gli eventi che avranno luogo prima del Gran Finale e quella meccanica di far pescare carte o scambiarle tra i giocatori. Alla fine, chi avrà la mano con più figure sarà l’Erede Designato e verrà incoronato, ma non è detto che questo sia un bene per il Regno…

Il gioco

“Il re di Banteave Eyvard III, alto principe della Casa Dillestone e Sovrano di Costa Verdamare, è morto senza eredi. La guerra civile è ormai una certezza.”

Cosa dovete fare per preparare una partita a Il Re è Morto? Inizialmente ognuno sceglie una delle cinque Casate di Banteave e crea il proprio personaggio: un rampollo di quella casata che, per qualche linea di sangue o accordo, possa avanzare pretese sul trono. Casa Antyre, L’Antica Corona, che guida le Tribù Indomite e anticamente regnava sulle terre che ora si chiamano Banteave. Casa Dillestone, l’attuale casa regnante. Casa Luneste di Resshe, il regno al di là del mare, che con i suoi accordi commerciali è arrivata ad avere pretese al trono. Casa Oake, i fedeli vassalli di Dillestone, guardiani e consiglieri della famiglia reale. E infine Casa Sandoreale, che con i suoi eserciti aspetta il tempo della guerra.

Scelto un personaggio se ne presenteranno il Nome, la Casata e le Qualità Attraenti, una scelta dal giocatore e le altre, a turno, da tutti gli altri. Le qualità attraenti sono tutto ciò che saprete dei vostri personaggi. Successivamente si gioca il primo Incontro: Intrighi e Adunate, e a seguire un Incontro per ogni giocatore. Il gioco si concluderà dopo almeno un giro del tavolo con l’Incontro chiamato Finale: l’Incoronazione, che potrà essere scelto da chiunque. Facilissimo, no?

Gli Incontri e le Carte

Ma cosa sono questi Incontri? Intrighi e Adunate, Una Conversazione A Tavola, Un Ballo, Un Disaccordo animato o un Inseguimento, oppure Rubare del Tempo per Noi, o un più teso Incontro a Fil di Spada, senza parlare dell’immancabile Guerra. Gli Incontri sono situazioni in cui (indovinate?) i nostri protagonisti si ritrovano insieme, magari in una situazione delicata, che sicuramente li porterà a scoprire qualcosa in più su loro stessi. Il gioco prevede che si affrontino temi scottanti: che lo siano politicamente o più… intimamente, la scelta sta a voi.

Le carte (francesi) disegnate appositamente per il gioco.
Le carte disegnate appositamente per il gioco.

Come dicevamo, sui manuali c’è tutto il necessario per giocare un Incontro. Gli Incontri hanno una struttura fissa: si pescano delle carte (o si mettono a faccia in giù sul tavolo), poi si decide chi tra i personaggi è presente e si gioca la scena attraverso le domande e le situazioni proposte. Alla fine si pescheranno altre carte, verranno scambiate o mostrate, insomma… in qualche modo la mano cambierà. Alla fine, le carte saranno risolutive nell’incontro finale, in cui aiuteranno a decidere ci sarà incoronato e quali saranno le sorti del Regno negli anni successivi.

Sarebbe tutto facilissimo… se non fosse che per ogni Incontro (compreso il Finale) il valore dei semi è diverso, quindi vince o perde chi ha le carte più alte di semi sempre diversi. Un mixed media, quindi, mescolato solo apparentemente con le carte da gioco: in realtà Il Re è Morto diventa più strategico di quanto ci si possa aspettare da un normalissimo GdR. A ben guardare, la parte strana della vicenda è che in teoria sarebbe un gioco narrativista…

Di Autori e autorialità

Quando siamo passati da questo lato della barricata, una delle prime cose che abbiamo imparato è che l’anima di un gioco non la fanno i giocatori ma il Game Designer. Infinito (e sterile) è il dibattito tra chi ama moddare i giochi e chi invece predica la purezza della forma originale. L’unica cosa certa e insindacabile è che quando proviene dalle mani di un Game Designer esperto (o due, come nel caso dei coniugi Vincent e Meguey Baker), l’oggetto fisico che chiamiamo banalmente ‘manuale’ sarà curato nei minimi dettagli per restituire un’esperienza di gioco ben precisa. Questo è il caso de Il Re è Morto, come di tutti i giochi dei Baker.

A prescindere dai grandi successi di entrambi i membri della coppia (ovviamente al primo posto c’è Apocalypse World, ma ci piace ricordare soprattutto Cani nella Vigna, un gioiellino vero) non possiamo non amare i Baker. Conosciamo tutti quel game designer idealista che ha scritto decine di giochi per tenere il punto sui forum di giocatori. Poi, che quei forum fossero effettivamente The Forge, o qualche realtà più locale, sono solo dettagli… ma nel caso dei Baker è poi arrivata anche la fama a livello internazionale. Per temi, sensibilità e spirito, sono decisamente due modelli da seguire.

Di localizzazioni mirate

Ed è anche la risposta alla domanda: perché, tra tutti i giochi recuperati a Lucca, cominciare proprio da questo? Questo piccolo gioco si è guadagnato un posto d’onore nel nostro cuoricino all’Indie Palace Hotel, regno del Gioco di Ruolo indipendente e seconda casa di chiunque bazzichi abitualmente il Carducci. Apprezzabile, oltre alla scelta di Grumpy Bear di accaparrarsi l’ultima uscita dei creatori di Apocalypse World, è anche la scelta della traduzione: nell’adattamento, infatti, lo staff di questa giovane casa editrice ha deciso di rendere in italiano le ispirazioni di alcuni termini, soprattutto nei nomi dei luoghi, come se fosse un vero e proprio romanzo.

Il Re è Morto: il Bundle.
La grafica dell’edizione italiana è di Simone Peracchi. Va’ che bel lavoro!
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Per non parlare dell’aspetto fisico. La scelta di creare un bundle pronto per far giocare cinque persone, con una scatola più grande che contiene cinque manualetti da abbinare a una scatolina più piccola di carte da gioco adeguatamente illustrate, arricchisce un pacchetto che agli occhi di chi è abituato a lanciare secchi di dadi davanti a centinaia di pagine scritte a caratteri piccolissimi (che potrebbe essere un incantesimo o una sessione, o entrambi…) sarebbe sembrato scarno, catturando l’attenzione e dandoci quel senso di soddisfazione a cui siamo abituati quando compriamo l’ennesimo gioco. La differenza è che stavolta, il tempo di una oneshot lo troveremo di certo.

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