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Una Notte da Cana | Il secondo fumetto-gioco è sempre più difficile, nella carriera di una Cana

Il libro-game, lo sappiamo, sta vivendo una nuova epoca d’oro, e sta camminando a braccetto con un piacevole sotto-genere, quello del fumetto-gioco. Tra questi troviamo Lucy, Stefano Tartarotti e le sue vignette di Una Notte da Cana. Edito da MS Edizioni è il ritorno sulle scene di Lucy, amabile coinquilina quadrupede dell’autore, sempre pronta a stupirci con le sue rocambolesche avventure.

Questa volta si troverà, dopo l’antefatto, a investigare sulla misteriosa scomparsa di Ares, il cagnone dei vicini. Nei peli di Lucy ci troveremo a esplorare luoghi misteriosi e fare moltitudini di incontri di ogni genere, caratterizzati sempre dalla sottile ironia che pervade tutte le vignette di Tartarotti. Le vignette scorreranno fluide e leggere una dopo l’altra, dipanandosi intorno alla storia principale. Una vera e propria indagine degna di un cane poliziotto, nella quale raccogliere prove e oggetti per giungere infine alla soluzione del mistero.

Si vede il marsupio? Ovvero Guapo, il volpino del bar

Una Notte da Cana non è però solo Lucy, avremo infatti sempre con noi un degno co-protagonista: Guapo, il volpino del bar. Guapo è il fedele amico ed eterno spasimante di Lucy, attrezzato con il suo inseparabile marsupio. Proprio nel marsupio di Guapo, che ricorda da vicino la borsa di Mary Poppins – o il gonnellino di Eta Beta, per quelli della mia generazione -, potremo conservare tutti gli oggetti e le prove utili a risolvere il mistero della scomparsa di Ares.

Due modalità – Due rigiocabilità

Una Notte da Cana prevede due modalità di gioco. La prima, più difficile, nella quale avremo a disposizione un tempo limitato per completare le indagini e giungere alle nostre conclusioni. In alcune scene incontreremo infatti delle clessidre, che ci indicheranno di cancellare uno spazio dal tracciato tempo presente sul fondo dei Canappunti (ovvero la nostra “scheda personaggio”). Una volta esaurite le clessidre a disposizione dovremo necessariamente procedere con la fase finale, in cui tentare di dare la soluzione del caso. Nella seconda modalità potremo invece dare libero sfogo alla nostra curiosità ed esplorare le varie scene per tutto il tempo che vogliamo, fino a quando non saremo soddisfatti di quanto ottenuto.

Dipendente dall’approccio che decideremo di avere con la storia sarà invece la rigiocabilità. Affrontando una sfida a tempo non riusciremo a scoprire tutto quello che le pagine nascondono, e per esplorare a fondo la storia e tutte le sue pieghe saremo invogliati a ricominciare da capo, prendendo scelte e strade diverse. Al contrario, approcciando la versione rilassata, non a tempo, potremo esplorare a volontà fin quando non saremo soddisfatti e certi di aver esplorato tutto quanto le vignette hanno da offrire.

In entrambi i casi ci saranno comunque alcune strade su cui non tornerete, quindi un po’ di rigiocabilità ci sarà anche nel secondo caso, pur avendo esaurito il grosso della storia. Questo accade sia per quanto riguarda i molteplici finali, che per alcune scene intermedie.

Non rinnegare il passato e andare avanti. Cosa cambia da Un Giorno da Cana?

Lucy è sempre Lucy, abbiamo imparato col tempo ad amarla attraverso il caratteristico tratto del suo coinquilino Stefano fin dalle moltissime vignette con cui ci delizia spesso sui suoi canali social e nel suo Tartablog. A parità di protagonista però Una Notte da Cana e Un Giorno da Cana restituiscono un’esperienza molto diversa tra loro, senza rischiare di apparire ridondanti uno con l’altro.

Un Giorno da Cana era infatti composto di una nutrita serie di mini-storie che, a partire da un abbrivio iniziale – una mattinata come tante altre nel giardino di casa – si dipanavano lungo i tanti percorsi e bivi che dallo scorrere delle pagine ci si paravano davanti. Il tutto ben farcito di oggetti da collezionare, utili anche a sbloccare nuove strade, animaletti da trovare e molto altro. Per goderselo a pieno un solo giro non poteva bastare. Un po’ come leggere tante mini-storie. Il nuovo volume invece come già detto si dipana su un’unica storia principale, decisamente più articolata. Insomma, non vi pentirete affatto di averli entrambi in libreria, uno di fianco all’altro.

Un Giorno da Cana vs. Una Notte da Cana. Questione di Gusti.

Non credo si possa a priori dire quale dei due sia migliore, le differenze le avrete a grandi linee individuate da questo testo (spero) e quale sia il vostro preferito sta a voi dirlo, soprattutto in relazione allo stile di narrazione che preferite. Io li ho amati entrambi, adoro Lucy, le sue avventure e i meravigliosi – talvolta assurdi – personaggi che a ogni scena saltano fuori dalla penna di Stefano, con una decisa preferenza per il secondo volume. Una Notte da Cana, con la sua storia più strutturata e con le sue tinte investigative, l’ho trovato molto più piacevole. Ma come dicevo è solo questione di gusti, i due volumi hanno una qualità generale decisamente elevata.

Una notte da cana tartarotti
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Una parola sulla qualità produttiva

Con Una Notte da Cana MS Edizioni, proprio come aveva fatto con Un Giorno da Cana, ci mette tra le mani un volume 17x25cm cartonato di 180 pagine interamente a colori, confezionato ad arte con una carta di grammatura importante, ottima per compilare la scheda dei Canappunti, e un colore decisamente di ottima qualità. Personalmente apprezzo particolarmente la finitura opaca della copertina. Il mio emisfero sinistro del cervello apprezza invece leggermente meno il fatto che il nome dell’autore sulla costola sia riportato con un carattere leggermente più piccolo rispetto al primo volume. Ma io sono un maniaco perfezionista e probabilmente questa cosa infastidisce solo me!

Stefano Tartarotti, illustratore, vive e lavora a Piozzano, in provincia di Piacenza, luogo in cui ambienta molte delle vignette che pubblica sui suoi canali social e di cui è protagonista Lucy, la Cana che è anche sua coinquilina e a cui, con questo di qui stiamo parlando, ha dedicato ben due volumi. Con Un Giorno da Cana ha vinto il Graal d’Or (miglior libro-gioco per bambini) al Festival International des Jeux di Cannes nel 2021 e il Miglior Libro-Gioco a Lucca Comics&Games nel 2022.

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Andy

Figlio degli Anni 80, svezzato a pane e cartoni animati giapponesi, in tenera età scopro la passione per i videogiochi, per arrivare poi finalmente a giochi da tavolo e di ruolo.

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