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Una estate a colori Ep. 3: il programma

Su una cosa mi sono sbagliato di certo. I pochi colori che ho preso a negozio non sono assolutamente sufficienti. Il suggerimento che avevo trovato su un sito che consigliava di prendere solo i primari ora mi sembra una cavolata.

L’altra volta (nell’episodio 2 che potete ritrovare qui) ho detto di aver preso 8 colori, ma dopo aver guardato qualche miniatura tra quelle a mia disposizione sono dovuto necessariamente tornare a comprare altre tonalità. Quindi ho infoltito il “parco” colori di:

  • un marrone
  • un rosa (ma come pensavo di dipingere le parti in carne dei personaggi?)
  • un celeste
  • un viola
  • il colore ottone (che fino a questa mattina non sapevo esistesse…scherzo)
  • un grigio chiaro
  • un arancione
  • un grigio “ferro” (vedasi parentesi sull’ottone)

Davanti alle miniature, più immaginavo il risultato finale più necessitavo di colori. Diciamo che le aziende per il modellismo sono come quelle dei giochi da tavolo (piccola cattiveria gratuita in arrivo!!): ti fanno desiderare anche quello che non ti serve. Ecco come di grigi ce ne sono almeno 10. Da quello più tendente al blu a quello perfetto per le navicelle spaziali Imperiali. Già immagino come andrà a finire questa storia.

Comunque sto per iniziare. Ho deciso di partire da alcune miniature di un set non ufficiale per Lords of Hellas. Più precisamente da alcuni porti e portali prodotti con stampante 3D, che hanno lo scopo di sostituire i token originali del gioco. Queste miniature si rivelano perfette per fare le prove: se dovessi fare degli errori non rovinerò un gioco da tavolo.

Seguendo l’iter classico proposto su ogni blog e tutorial, la prima cosa che farò è pulire la miniatura delle “spurie” della stampa. Facciamo però un passo indietro: qual è l’iter per la pittura di una miniatura? Ecco quello che ho appreso finora:

  • pulizia della miniatura tramite taglierino di tutti gli “eccessi” di plastica della stampa
  • pulizia della miniatura con sapone dei piatti e spazzolino per i denti per detergere la superficie del modellino 
  • passaggio del primer
  • passaggio dei colori di fondo 
  • utilizzo dei lavaggi (detti wash, perché in inglese fa più fico)
  • tecnica del “Dry Brush

Ora qualche commento sui vari passaggi:

  • pulizia dalle spurie: se non le levi, quando la miniatura sarà dipinta queste “escrescenze” saranno terribili a vedersi;
  • lavaggio miniatura: ho letto che sulla miniature ci sono residui oleosi (o qualcosa del genere) della stampa di fabbrica che non permettono al colore di attaccare per bene (mica l’ho capita sta cosa… e allora il primer a che serve?);
  • Passaggio del primer: serve a far attaccare i colori acrilici alla miniatura. La cosa importante è scegliere bene il colore del primer perché … perché? credo che sia un discorso di colori… ma non ho capito bene il perché;
  • Colori di fondo: poco da dire in merito
  • Utilizzo degli wash: sono nella sostanza dei colori molto liquidi, tipo inchiostro, che insinuandosi nelle “pieghe” della miniatura la scuriscono e ne risaltano le superfici che altrimenti sarebbero un pò piatte. Io per adesso ho preso uno wash nero e uno marrone, ma come per i colori ce ne sono a bizzeffe.
  • Dry Brush: è una tecnica tramite l’utilizzo di un pennello scarico di colore che aiuta a mettere in risalto le parti in evidenza della miniatura. Serve a dare luce sui punti più in evidenza dando maggiore tridimensionalità alla miniatura. Poi su questo ci tornerò appena capirò bene come funziona. Inoltre ho capito che esiste anche una tecnica di “lumeggiatura” (che ancora non ho capito bene se è il  modo italiano di dire Dry Brush) e quella delle “velature” che mi sembra abbastanza complicata e per adesso non ne parlo.

Nota sugli wash: da qualche parte ho letto che si possono produrre diluendo i colori acrilici a disposizione. Non ho provato, e non intendo farlo (almeno per adesso). Quindi andiamo avanti così.

La prossima volta vi faccio vedere il risultato delle mie prove.

Se questo articolo ti è piaciuto leggi il prossimo episodio Qui
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Coso

Educato sin da piccolo tramite le migliori scuole (Ken il guerriero, I Cavalieri dello Zodiaco e City Hunter), già da bambino adoravo i giochi da tavolo. Dopo un’adolescenza alla deriva dedicata ai videogiochi, soprattutto avventure grafiche, e alla salsa (passione per il ballo ancora non del tutto sopita), sono tornato ai Giochi da Tavolo appassionandomi subito ai cosiddetti GdM (giochi di Merda per chi non avesse compreso n.d.r.).

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