Z-cronache

DOOM MACHINE. Ovvero: del luddismo familiare

Timbro letto per voi

Ciclicamente, uno a scelta tra me e mio padre, decidiamo di metterci in casa un nuovo dispositivo elettronico. Lo facciamo con il massimo dell’entusiasmo, poiché siamo fermamente convinti che determinati device siano realmente in grado di migliorare la nostra esistenza. Sospinti da un afflato futurista, a turno acquistiamo lettori, memorie, antenne, connettori, estensori, ripetitori e robe similari: lui con la consapevolezza di chi si legge tutte le istruzioni prima, facendo confronti tra le varie specifiche dei prodotti, avvolto dal sacro fuoco della fiducia nel progresso; io compro quello che costa meno.

Indipendentemente da quale sia stata la strategia iniziale però, il risultato non cambia: sia che l’oggetto elettronico sia stato acquistato in un negozio fisico o sul web, nel momento stesso in cui varca la soglia di casa nostra, esso deciderà di non funzionare. Nel giro di pochi minuti, il nostro spirito futurista si trasforma in puro luddismo, ricordandoci improvvisamente delle altre migliaia di volte in cui questo fenomeno occulto si è concretizzato: una lunga sequela di improperi, misti a invocazioni di creature ultraterrene, riaccende in noi lo spirito animista, ricercando motivazioni quali l’odio verso di noi da parte delle macchine la ragione per cui queste, appena giunte in nostro possesso, decidono di rinunciare al motivo stesso per cui esistono, ovvero funzionare.

Memori del fatto che “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia” e consapevoli che qualunque tecnologia per me e mio padre è sufficientemente avanzata, desideriamo soltanto distruggere quell’abominio stregonesco di fronte a noi. Proprio per questo, DOOM MACHINE è un gioco perfetto per noi.

I componenti del gioco
I componenti del gioco

La Macchina del Destino

DOOM MACHINE, di Nathan Meunier, è un solitario in cui avremo il semplice compito di salvare l’umanità dall’avanzata di questa infinita macchina senziente che vuole assimilare e annientare ogni forma di vita organica. Il mazzo di carte rappresenta la macchina in continua evoluzione, che cresce, si moltiplica, si espande annettendo tutto quello che si trova davanti: ogni carta è un componente di questo straordinario e complesso dispositivo, con un suo sistema di attivazione e un suo effetto specifico (solitamente quello di farci dei danni in svariate forme).

Doom Machine = Dice Machine

Gestendo il nostro pool di cinque dadi (che potrà variare nel corso della partita) dovremo limitare la crescita della macchina, distruggendone le singole parti, senza dimenticare di difenderci dagli eventuali attacchi di cui saremo vittima. Con la corretta combinazione di dadi, elimineremo gli ingranaggi della macchina, e di conseguenza le carte corrispondenti, riuscendo in certi casi a guadagnare nuovi dadi per il nostro pool andando a rimuoverne dal pool di attivazione della macchina.

Possiamo provare DOOM MACHINE su Tabletop Simulator
Possiamo provare DOOM MACHINE su Tabletop Simulator
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Giochi da borsa

Come direbbe la nostra Shelly, DOOM MACHINE è un gioco da borsa, pratico e compatto, da portarsi ovunque. La grafica è davvero intrigante e la componente aleatoria, nonostante la presenza di dadi e carte da pescare, pare comunque compensata dalla possibilità di influenzare i risultati dei dadi nostri e della macchina. Un gioco veloce, ma neanche troppo, semplice ma tutt’altro che banale. Costa poco di base, ma volendo c’è pure la versione PnP.

Non sarebbe male infatti procurarsi almeno la versione print-n-play, potrei pure giocarci con mio padre.

Sempre che la stampante decida di funzionare…

Qui il link alla campagna.

 

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Nicola Patti

Suo nonno e i suoi amici si mettevano davanti casa per giocare a briscola fino a notte. Lui voleva giocare con loro. E così è iniziato il suo amore per i card games. E poi giochi da tavolo, giochi di ruolo, giochi di ruolo dal vivo, videogames. Se solo non fosse uno dei peggiori strateghi e tattici sulla faccia della terra, se solo avesse voglia di leggere i regolamenti, se solo non fosse sfigato con i dadi sarebbe un ottimo giocatore. Da sempre sostiene che morire giocando è il secondo miglior modo per morire.

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